In un’illustrazione poetica ispirata allo stile Ghibli, due giovani si abbracciano con dolcezza all’interno di un carcere, simbolo visivo del diritto all’affettività riconosciuto anche in contesti di privazione della libertà. L’immagine accompagna l’articolo pubblicato dallo Studio Legale Zampaolo sul tema “Affettività e sesso in carcere”, analisi approfondita delle nuove linee guida del DAP e dei risvolti costituzionali legati alla dignità dei detenuti. Un momento di umanità e amore, anche dietro le sbarre.

Indice

Affettività e sesso in carcere: un atteso riconoscimento pratico 

Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) venerdì 11 aprile 2025 ha emanato le prime linee guida relative all’affettività e sesso in carcere (consultabili qui), per attuare quanto disposto dalla sentenza n. 10/2024 della Corte Costituzionale. Si ricorda che tale pronuncia ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 18 dell’Ordinamento Penitenziario nella parte in cui non prevedeva la possibilità per i detenuti di svolgere colloqui senza controllo visivo con il coniuge, la parte dell’unione civile o il convivente stabile.

Una svolta storica per i diritti dei detenuti

La sentenza della Consulta rappresenta una svolta epocale nel riconoscimento del diritto all’affettività delle persone detenute. Come confermato dalla Cassazione con sentenza n. 8/2025, si tratta di un vero e proprio diritto soggettivo del detenuto e non di una mera aspettativa. L’impossibilità di esprimere una normale affettività con il partner costituisce infatti un vulnus alla persona nell’ambito familiare e un pregiudizio nelle relazioni in cui si svolge la sua personalità.

I punti chiave delle linee guida su affettività e sesso in carcere

Le linee guida del DAP delineano un quadro operativo dettagliato per l’attuazione di questo diritto:

Soggetti ammessi

  • – Coniuge
  • – Parte dell’unione civile
  • – Persona stabilmente convivente

È richiesta la verifica dell’effettività del legame affettivo, che deve essere compiuta dal Direttore dell’istituto o dall’Autorità giudiziaria nei casi di competenza.

Criteri di priorità previsti dalle linee guida

Data la prevedibile insufficienza degli spazi disponibili rispetto alle richieste, sono stati stabiliti criteri di priorità:

– Precedenza ai detenuti che non beneficiano di permessi premio o altri benefici penitenziari

– Precedenza ai detenuti con pene più lunghe e in stato di detenzione da più tempo

Cause di esclusione

Non possono accedere ai colloqui intimi:

  • Detenuti sottoposti al regime del 41-bis
  • Detenuti in sorveglianza particolare ex art. 14-bis O.P.
  • Detenuti per i quali sussistano specifiche ragioni di sicurezza o di mantenimento dell’ordine
  • Imputati per i quali sussistano ragioni giudiziarie ostative

Requisiti strutturali e organizzativi

I locali destinati ai colloqui intimi devono essere:

  • Dotati di camera con letto e servizi igienici
  • Videosorvegliati nelle zone antistanti e nei percorsi
  • Accessibili al personale di Polizia penitenziaria (divieto di chiusura dall’interno)
  • Sottoposti a controlli di sicurezza prima e dopo i colloqui
  • Regolarmente puliti e sanificati

La procedura autorizzativa

L’autorizzazione ai colloqui intimi richiede:

  • Valutazione della condotta intramuraria del detenuto
  • Parere del GOT/GOTA o staff multidisciplinare
  • Per i condannati ex art. 4-bis, informazioni sui familiari
  • Nullaosta dell’Autorità giudiziaria per detenuti in misura cautelare
  • Consenso informato del familiare ammesso al colloquio

Prospettive e sfide

L’attuazione di queste linee guida rappresenta, a mio avviso, una sfida significativa per l’amministrazione penitenziaria, chiamata a bilanciare il diritto all’affettività con le esigenze di sicurezza. 

Sarà fondamentale il coinvolgimento della Magistratura di Sorveglianza per garantire una corretta implementazione di questa tappa importante del percorso di inveramento del volto costituzionale della pena.

La realizzazione concreta di questi spazi di affettività rappresenta un passo importante verso un sistema penitenziario più umano e rispettoso della dignità delle persone detenute, in linea con i principi costituzionali di rieducazione e reinserimento sociale.

Articolo su diritto all’affettività e sesso in carcere.

Sul rimborso spese legali per l’imputato assolto.

In tema di truffa delle c.d. community fees.

In tema di violenza sessuale.

Articolo sulla messa in prova nel processo minorile.

Sulla violazione del divieto di avvicinamento.

Sull’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare.

Qua per una riflessione sul Mandato di Arresto Europeo.